NOI, UNA FOGLIA

NOI, UNA FOGLIA

Perché una foglia cade dall’albero?

Probabilmente se si trattasse di un compito di scienze la risposta sarebbe: “La scienza ti da spiegazioni precise e giuste, la foglia cade perché il terreno, d’inverno, diventa troppo freddo e gli alberi fanno molta fatica ad assorbire abbastanza acqua. Per questo motivo, nella stagione fredda, le foglie vengono lasciate cadere al suolo.
Prima, però, viene trattenuta la clorofilla, il pigmento che rende utilizzabile alle piante l’energia contenuta nella luce solare, essenziale per la sopravvivenza. Dal momento che è la clorofilla che dà alle piante il colore verde (perché riflette la luce verde ed assorbe quella rossa e blu), le foglie d’autunno assumono il tipico colore rosso, giallo, arancione.”

Nessuno può dire diversamente. Ma se la foglia la considerassimo come una metafora, proviamo ad immaginare il dialogo che l’albero farebbe alla foglia: “Ciao foglia, scusa non ho più bisogno di te, ti lascio cadere”. Se fosse così chi potrebbe capire meglio la foglia di me in questo periodo? Nel momento in cui ti rendi conto di aver perso tutto ciò che ti apparteneva, è facile sentire lasciarsi cadere. È come non sentirsi più importanti, o semplicemente non sentirsi quelli di prima. Quando la foglia cade dall’albero, è un po’ come se iniziasse di nuovo a vivere, però in un modo più complesso e faticoso. Magari per poco tempo, magari per poco di più, comunque il tragitto che la foglia compie dal ramo su cui è attaccata, al suolo della strada è un momento epico, è come dire dalle stelle alle stalle. Credete che la foglia sia felice di abbandonare l’albero? No, lo dico per esperienza, lasciare la vita di prima non è mai facile, ti trovi costretto, però, a vedere con occhi diversi la realtà che ti circonda. In effetti prima la foglia dall’alto vedeva tutto, aveva lo sguardo posto verso l’alto, una volta caduta è tutto il contrario, vedi il brutto all’inizio, vedi piedi calpestarti, la pioggia che ti bagna, la neve che congela, e la foglia si sente sempre più debole. Le foglie verdi indicano la vita ma anche le foglie di un colore diverso, ad esempio l’arancione oppure il giallo, hanno loro fascino. Sono diverse da tutte le altre eppure sono comunque foglie. Pensiamo al fatto che una foglia cade sulla terra concimata, quest’ultima assorbe la foglia e possiamo immaginare che inizi un nuovo ciclo di vita per questa. Magari diventerà un fiore, magari un fascio d’erba, in qualsiasi caso, la foglia, accetta il fatto di essere caduta perché le aspetta una nuova vita. Immaginiamo il tragitto che la foglia fa dal ramo su cui è attaccata per poi posarsi sul terreno. Sono pochi attimi eppure a volte ti sembra durino tantissimo.

In effetti, più che alla morte, la caduta della foglia dall’albero, la considererei la vecchiaia. Molte volte si dice che la vecchiaia è la discesa verso la morte, un po’ come la foglia secca che cade. Esiste però, la possibilità che una foglia non cada soltanto quando giunge il suo momento di cadere, purtroppo esistono casi in cui camminando per strada troviamo una foglia ancora verde, giovane, sul marciapiede, magari perché un bambino giocando la strappa dal ramo e la butta per terra. Questa foglia non sa spiegarsi il motivo, sta di fatto che la foglia non è ancora gialla, ha ancora molto da vivere, solo che deve farlo in modo diverso e più complicato. Deve cominciare a respirare un’aria diversa di quando era attaccata all’albero.

Probabilmente noi siamo la foglia, e l’albero non è altro che qualcosa che ci impone un limite in questa vita, può essere visto da un disabile come il corpo, può essere visto da un sordo come l’udito e così via. Ognuno di noi ha qualcosa che lo rende umano, ossia un essere imperfetto. La foglia non può fare molto, eppure possiede un fascino sia nel momento in cui è sull’albero, sia nel momento in cui cade a terra. Non è che se cambia colore, oppure si trova in un luogo diverso perde importanza. La foglia, finché resta foglia, varrà come essa. Nulla di meno, tutto di più. Molte volte il disabile è commiserato e con ciò discriminato proprio da quelli che hanno paura di riconoscersi in lui, direttamente o indirettamente. A mio parere la foglia ancora verde che cade dall’albero e trova il coraggio di vivere anche su un marciapiede, è perché si rende conto che non è l’albero che la rende una foglia, ma è lei stessa che comunque vada sarà una foglia, anche senza albero.